Meeting sul tema - 30/11/2021

Il Lions Club Taranto Host, presieduto dall’ing. Raffaele Vecchi in collaborazione con il Leo Club Taranto, presieduto dalla dott.ssa Giuditta Colangelo, ha voluto offrire un’occasione di riflessione sul tema, invitato esperti che sono attivi sul campo. Il meeting si è svolto nell'Auditorium del Salina Hotel di Taranto. rnIl tema è sempre un po’ scomodo, perché la donazione ed il trapianto degli organi deve sempre fare i conti con la sofferenza, il lutto, la perdita, a volte la rabbia. Sebbene sia inequivocabile che il senso del dono e della luce che porta a chi è in attesa di tornare a vivere o a riprendere uno stile di vita il più possibile vicino a quello ‘normale’ dovrebbe confortare chi vive il distacco da una persona cara.rnLa divulgazione diventa così il mezzo per affrontare con maggiore consapevolezza questo evento, che dritto o storto, coinvolge e non c’è età per donare. E riuscire ad ampliare i propri orizzonti con l’aiuto di esperti, che analizzano e affrontano ogni giorno questa tematica, aumenta la consapevolezza di cosa sia la donazione e come, a livello sanitario, di ricerca, di impianto sociale ed antropologico, nonché religioso, si affronti la questione.rnrnLa conversazione ha visto alternarsi Dott. Massimo Cardillo : Direttore Generale del Centro Nazionale per i Trapianti ; Don Antonio Panico : Vicario Episcopale per la Società e la custodia del Creato e Direttore dell’Università LUMSA ( Taranto ); Dott.ssa Alessandra Agnese Grossi : Ricercatrice Post-Doc – Dipartimento delle Scienze Umane e dell’Innovazione per il Territorio e Centro di Ricerca in Etica Clinica, Università dell’Insubria, Varese ; Dott.ssa Anna Guermani : Coordinatore Regionale Donazioni e Prelievi di Organi e tessuti (Piemonte e Valle d’Aosta) ; Dott.ssa Dora Chiloiro : Dirigente Responsabile dell’U.O.S. Dipartimentale Servizio di Psicologia Clinica e di Psicoterapia dell’Età Adulta e dell’Età evolutiva ( ASL Taranto ); Dott. Pasquale Massimilla : Coordinatore Locale del Prelievo ( Ospedale SS Annunziata – Taranto). Ha moderato la serata la giornalista dott.ssa Gabriella Ressa.rnL’intervento di ognuno è stato illuminante per sgombrare il campo dai tanti luoghi comuni che ancora imperversano in questo settore. L’analisi ha permesso di scoprire quanto la cultura della donazione sia una strada molto lunga da percorrere e che vede la Toscana la regione italiana più attiva, in questo senso. Così come si distingue la Spagna tra le nazioni europee per l’investimento culturale e di strumenti per agevolare ogni iter.rnLa Puglia si posiziona come ultima regione in Italia e sicuramente il Coronavirus non ha agevolato, su tutta la penisola, la strada verso il dono, con un calo del 10%, rispetto allo scorso anno.rnSe poi si considera che ci sono in tutto il Bel Paese 8.550 pazienti in attesa e che solo 3.500 ricevono un organo, la statistica non ci fa onore. Certo bisognerebbe anche superare la paura, una leggenda metropolitana che fa temere che il sistema sanitario non regga e che la morte cerebrale non sia sufficiente, nel momento il cui il deceduto ha una attività respiratoria e cardiaca, che in realtà non è naturale.rnOra, inoltre è possibile dichiarare la propria disponibilità alla donazione degli organi già aggiornando la Carta d’Identità, il che allieva la scelta dei congiunti al momento del trapasso. Anche se, proprio per la generale disinformazione, può spaventare quella domanda a bruciapelo dell’impiegato del Comune.rnDi sicuro occorre personale preparato, che già in sala rianimazione sappia affrontare la fragilità dei parenti dei pazienti, questa deve essere la sfida delle istituzioni.rnDal punto di vista etico la Chiesa è favorevole e già in questo senso si pronunciò Papa Pio XII, che non aveva proprio la fama di un progressista. E se facciamo un salto temporale nel ‘500 san Francesco di Sales rese la volontà che il suo corpo fosse donato alla scienza ed alla anatomia.rnInsomma questo argomento si presta a profonde discettazioni, l’etica del dono abbraccia anche il processo di interculturalità che sta attraversando anche il nostro Paese e che deve tener conto dei vari credo, cercando di entrare anche nelle comunità più strette per diffondere questo concetto. L’inclusione e la comunicazione non vanno trascurate, anzi implementate. Insieme alla fiducia ed il rispetto per traslare la vita a chi vive nell’attesa.



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